
LETTERA AL MATTINO DEL 16 LUGLIO 2012
Alcune settimane fa è stato premiato a Napoli il sindaco vicario di Bilbao, Ibon Areso, per i grandi risultati nella riqualificazione urbanistica e sociale della capitale basca. In pochi anni Bilbao è risorta dalle ceneri industriali, divenendo una moderna capitale della cultura il cui simbolo più noto è il Guggenheim Museum. Il segreto di
quell'esperienza, ha spiegato Areso, è stata la capacità di passare rapidamente dalle parole ai fatti, e di dare alla popolazione segni quotidiani di cambiamento.
Viene da pensare, all'opposto, alla situazione napoletana. Prendiamo ad esempio il Real Albergo dei Poveri. Da oltre 10 anni vanno avanti progetti, restauri e conferenze ma finora solo una minima parte del complesso è stata riconsegnata alla città. Molte sale già pronte restano chiuse, ed attrezzature nuove per centinaia di migliaia di euro (banchi, poltrone, luci e tecnologie didattiche) marciscono nei corridoi. E' inoltre ancora assente una chiara visione delle destinazioni future e perciò i lavori di ristrutturazione procedono alla cieca.
Certo, la proposta del sindaco De Magistris di aprire il palazzo ai nuovi poveri è degna di lode, ma non può essere interpretata nei termini ottocenteschi di ospizio o lazzaretto. Piuttosto nei termini di servizi da offrire a tutti i napoletani, e in particolare alle fasce meno abbienti.
Napoli ad esempio manca di un moderno centro di informazione, ovvero di una biblioteca al passo coi tempi, che consenta la lettura dei giornali internazionali o la visione delle tv da tutto il mondo, di navigare liberamente su internet e di accedere ad occasioni di incontro. Si pensi a quale sollievo sarebbe un tale luogo per molti immigrati (e non solo).
L'Albergo dei Poveri è inoltre talmente grande che potrebbe accogliere centinaia di associazioni attive in città, che chiedono da tempo spazi a costi contenuti, e che in molti casi fornirebbero servizi e opportunità proprio ai poveri di cui si diceva. E poi artisti, artigiani e piccoli imprenditori, che oltre a vivificare questo enorme edificio pagherebbero un affitto al Comune.
Ma ora si dia un segno concreto alla città di Napoli, non lasciando marcire sale ripulite e attrezzature acquistate.