La vicenda delle migliaia di volumi trasferiti dall'Istituto per gli Studi Filosofici in un capannone di Casoria merita una riflessione e una mobilitazione collettive. La gravità di quello che sta accadendo è in fondo simile, nelle conseguenze, all'alluvione di Firenze del 1966: migliaia di volumi, se non distrutti, certamente sottratti alla pubblica fruizione, a tempo indeterminato, forse per sempre.
Per scongiurare questa catastrofe, questa perdita netta in termini di risorse e prestigio della cultura napoletana, che oggi Napoli non può permettersi, occorre reagire esattamente come nel '66 a Firenze, o come dopo un terremoto, o dopo una guerra: con una mobilitazione collettiva volontaria per salvare i libri e metterli al sicuro, in un luogo dove siano adeguatamente custoditi e utilizzati per la loro natura, cioè letti e goduti da tutti gli interessati, italiani e stranieri.
Ma dove? Se la Regione intende tenere chiuso il palazzo di Santa Maria degli Angeli, a Monte di Dio, acquistato a suo tempo proprio per la biblioteca degli Studi Filosofici, o rimandare ancora il suo adeguamento, non resta che accogliere la pronta offerta del sindaco De Magistris: all'Albergo dei Poveri vi sono aule e attrezzature nuove che si stanno deteriorando in attesa di un utilizzo.
Con un progetto adeguato, e rispettandone come chiede l'avvocato Marotta l'unicità e unitarietà, la biblioteca degli Studi Filosofici potrebbe diventare lo scrigno, il nucleo prestigioso (sul modello dei fondi antichi della nuova biblioteca nazionale di Parigi) di un moderno centro di informazione e produzione di cultura che troverebbe in Palazzo Fuga la sua sede ideale e di grande richiamo.
Intanto, offro la mia disponibilità a lavorare gratis, anche come facchino, per fermare questa ennesima tragedia napoletana. Ci sono altri disponibili? Organizziamoci.
(Nelle immagini in alto, da sinistra: l'Istituto per gli Studi Filosofici in questi giorni, l'avvocato Gerardo Marotta, l'ingresso del Real Albergo dei Poveri, una sala dello stesso Albergo dei Poveri ristrutturata, attrezzata e inutilizzata: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/06/28/foto/albergo_dei_poveri_le_immagini_del_degrado-38101032/12/ )
Per scongiurare questa catastrofe, questa perdita netta in termini di risorse e prestigio della cultura napoletana, che oggi Napoli non può permettersi, occorre reagire esattamente come nel '66 a Firenze, o come dopo un terremoto, o dopo una guerra: con una mobilitazione collettiva volontaria per salvare i libri e metterli al sicuro, in un luogo dove siano adeguatamente custoditi e utilizzati per la loro natura, cioè letti e goduti da tutti gli interessati, italiani e stranieri.
Ma dove? Se la Regione intende tenere chiuso il palazzo di Santa Maria degli Angeli, a Monte di Dio, acquistato a suo tempo proprio per la biblioteca degli Studi Filosofici, o rimandare ancora il suo adeguamento, non resta che accogliere la pronta offerta del sindaco De Magistris: all'Albergo dei Poveri vi sono aule e attrezzature nuove che si stanno deteriorando in attesa di un utilizzo.
Con un progetto adeguato, e rispettandone come chiede l'avvocato Marotta l'unicità e unitarietà, la biblioteca degli Studi Filosofici potrebbe diventare lo scrigno, il nucleo prestigioso (sul modello dei fondi antichi della nuova biblioteca nazionale di Parigi) di un moderno centro di informazione e produzione di cultura che troverebbe in Palazzo Fuga la sua sede ideale e di grande richiamo.
Intanto, offro la mia disponibilità a lavorare gratis, anche come facchino, per fermare questa ennesima tragedia napoletana. Ci sono altri disponibili? Organizziamoci.
(Nelle immagini in alto, da sinistra: l'Istituto per gli Studi Filosofici in questi giorni, l'avvocato Gerardo Marotta, l'ingresso del Real Albergo dei Poveri, una sala dello stesso Albergo dei Poveri ristrutturata, attrezzata e inutilizzata: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/06/28/foto/albergo_dei_poveri_le_immagini_del_degrado-38101032/12/ )