Noto con piacere che i rilievi critici espressi sulla prima ipotesi di campo centrale per la Coppa Davis di tennis a Napoli sono stati in gran parte recepiti dal progetto definitivo presentato oggi dalla stampa cittadina.
Come si evince dalle due immagini a confronto, le gradinate sono state spostate più a nord, inglobando parzialmente nella struttura il monumento a Diaz. E' stato inoltre eliminata la pedana sopraelevata che si protendeva fin quasi alla scogliera della spiaggia. Tali modifiche hanno consentito di assicurare la continuità della passeggiata pedonale sul lungomare, non solo sulla spiaggia (come inizialmente paventato) ma anche sul molo e sulla Rotonda Diaz.
L'effetto barriera permarrà, ma almeno sarà possibile circolare a piedi e con le biciclette su tutto il lungomare. Occorrerà inoltre vigilare affinché nell'opera di costruzione il corridoio di passaggio non sia ridotto a dimensioni anguste ma sia mantenuto sufficientemente largo nel rispetto sostanziale dei cittadini.
Ripropongo qui di seguito il testo della mia lettera al Mattino del 16 giugno scorso, inviata anche al Sovrintendente Stefano Gizzi con mail del 16 luglio
COPPA DAVIS A NAPOLI: PERPLESSITA' SUL PROGETTO DI CAMPO CENTRALE
Napoli è stata scelta per ospitare a settembre la Coppa Davis di tennis e non c'è che da
gioire per questo evento. Dopo le tappe di Coppa America, un altro appuntamento sportivo
di rilievo internazionale avrà come cornice di incomparabile bellezza la nostra città. In
particolare, prende forma un'idea d'uso del lungomare liberato dalle auto che ne fa una
sorta di palcoscenico aperto su uno scenario mozzafiato, sul quale collocare gli
allestimenti provvisori - proprio come in una macchina teatrale - di volta in volta
necessari per i diversi eventi. L'idea non è priva di fascino, purché non si dimentichi
che oltre agli spettatori degli eventi e alle riprese televisive, ci sono anche i
napoletani a fruire tutti i giorni del loro lungomare.
In proposito, desta qualche perplessità il progetto pubblicato dal Mattino per un campo
centrale di tennis da 4.000 spettatori che occuperebbe il lungomare dal monumento a Diaz
fin quasi alla scogliera che contiene la spiaggia a sud, e che sembra interrompere la
continuità della passeggiata a mare. Né vale a rassicurare la garanzia che sarà
consentito l'accesso alla spiaggia. Guardando il progetto sorgono alcune domande. I due
bracci di lungomare a sinistra e a destra del centrale di tennis - che appaiono
delimitati da gazebo - saranno aperti a tutti o bisognerà pagare il biglietto? E' davvero
necessario quel prolungamento sulla spiaggia di una lunga pedana rialzata? Non sarebbe
molto più ragionevole e convincente garantire un corridoio di passaggio articolato tra
spiaggia, molo e parte almeno della rotonda Diaz?
Rinunciando forse a qualche anello di gradinata e spostando le Autorità sotto il
monumento a Diaz, si potrebbe cercare di conciliare l'evento sportivo con il diritto dei
napoletani a non ritrovarsi muri invalicabili sul loro lungomare. Nell'urbanistica più
avveduta vale sempre il principio di aumentare le possibilità e le connessioni, mai di
ridurle.
Come si evince dalle due immagini a confronto, le gradinate sono state spostate più a nord, inglobando parzialmente nella struttura il monumento a Diaz. E' stato inoltre eliminata la pedana sopraelevata che si protendeva fin quasi alla scogliera della spiaggia. Tali modifiche hanno consentito di assicurare la continuità della passeggiata pedonale sul lungomare, non solo sulla spiaggia (come inizialmente paventato) ma anche sul molo e sulla Rotonda Diaz.
L'effetto barriera permarrà, ma almeno sarà possibile circolare a piedi e con le biciclette su tutto il lungomare. Occorrerà inoltre vigilare affinché nell'opera di costruzione il corridoio di passaggio non sia ridotto a dimensioni anguste ma sia mantenuto sufficientemente largo nel rispetto sostanziale dei cittadini.
Ripropongo qui di seguito il testo della mia lettera al Mattino del 16 giugno scorso, inviata anche al Sovrintendente Stefano Gizzi con mail del 16 luglio
COPPA DAVIS A NAPOLI: PERPLESSITA' SUL PROGETTO DI CAMPO CENTRALE
Napoli è stata scelta per ospitare a settembre la Coppa Davis di tennis e non c'è che da
gioire per questo evento. Dopo le tappe di Coppa America, un altro appuntamento sportivo
di rilievo internazionale avrà come cornice di incomparabile bellezza la nostra città. In
particolare, prende forma un'idea d'uso del lungomare liberato dalle auto che ne fa una
sorta di palcoscenico aperto su uno scenario mozzafiato, sul quale collocare gli
allestimenti provvisori - proprio come in una macchina teatrale - di volta in volta
necessari per i diversi eventi. L'idea non è priva di fascino, purché non si dimentichi
che oltre agli spettatori degli eventi e alle riprese televisive, ci sono anche i
napoletani a fruire tutti i giorni del loro lungomare.
In proposito, desta qualche perplessità il progetto pubblicato dal Mattino per un campo
centrale di tennis da 4.000 spettatori che occuperebbe il lungomare dal monumento a Diaz
fin quasi alla scogliera che contiene la spiaggia a sud, e che sembra interrompere la
continuità della passeggiata a mare. Né vale a rassicurare la garanzia che sarà
consentito l'accesso alla spiaggia. Guardando il progetto sorgono alcune domande. I due
bracci di lungomare a sinistra e a destra del centrale di tennis - che appaiono
delimitati da gazebo - saranno aperti a tutti o bisognerà pagare il biglietto? E' davvero
necessario quel prolungamento sulla spiaggia di una lunga pedana rialzata? Non sarebbe
molto più ragionevole e convincente garantire un corridoio di passaggio articolato tra
spiaggia, molo e parte almeno della rotonda Diaz?
Rinunciando forse a qualche anello di gradinata e spostando le Autorità sotto il
monumento a Diaz, si potrebbe cercare di conciliare l'evento sportivo con il diritto dei
napoletani a non ritrovarsi muri invalicabili sul loro lungomare. Nell'urbanistica più
avveduta vale sempre il principio di aumentare le possibilità e le connessioni, mai di
ridurle.